Neuralink, la società più avveneristica e eticamente discutibile di Elon Musk, ha annunciato di aver eseguito il primo impianto del chip cerebrale su un essere umano e di aver ottenuto da subito dei risultati promettenti, anche se al momento non appare alcuna pubblicazione sulle riviste mediche. Si tratta di una sperimentazione molto delicata e innovativa, che potrebbe avere delle implicazioni importanti per il futuro della medicina e della tecnologia, e che di sicuro creerà un enorme dibattito sulla privacy, sulla sicurezza di questi impianti e sull’uso etico di queste tecnologie.
Tutti noi, dal 2017, anno in cui è stata rivelata al mondo l’azienda nata l’anno prima, siamo rimasti affascinati e incuriositi da questa nuova tecnologia così radicale e coraggiosa e, forse, non vedevamo l’ora di conoscere gli esiti di questa prima sperimentazione nel cervello più complesso ed evoluto in natura, cioè quello umano. E’ infatti diventato virale il video in cui si mostrava una piccola scimmia che gioca a Pong utilizzando solo la mente. Subito il web ha rilanciato questo video, ormai virale da quasi un decennio e, in questi giorni, dopo la notizia del primo impianto di Telepathy, tutte le testate del mondo hanno rilanciato la notizia, con migliaia di articoli di approfondimento.
Perché parliamo di questo? Lo facciamo perché, spesso, diamo un peso molto più ampio alle notizie di quello che realmente hanno. Infatti, se sfogliamo le pagine web con attenzione, noteremo che questa nuova frontiera non è il risultato della genialità di qualche scienziato pazzo, ma il frutto di decenni di lavoro di ricerca che ha permesso a diverse startup e compagnie mediche di raggiungere risultati come quello annunciato da Musk e, a dispetto del nome, il chip è pensato per chi ha malattie degenerative e problemi di mobilità.
Chi, come noi di Yes-web, lavora sul web e offre soluzioni digitali, deve sempre tener presente che tutto ciò che viene condiviso con gli utenti rimane in rete e può essere riutilizzato dopo tempo, anche per scopi poco nobili. Per questo, quando condividiamo o riportiamo una notizia il nostro compito, anzi il nostro obbligo, è quello di informarci attraverso ricerche mirate e su fonti serie, sulla bontà della notizia o della sua reale sensazionalità. In questo modo, soprattutto se le nostre pagine web riguardano un argomento delicato e specifico, come ad esempio la legge o la medicina, ci tuteliamo in caso di risposte avverse o critiche eccessive.
Critiche che ormai sono trasversali nel web, soprattutto nei social, dove molto spesso notiamo una polarizzazione che può riguardare chiunque e qualunque argomento. E queste situazioni, anche se spesso pensiamo siano molto distanti da noi, possono riguardarci da vicino, basta un post che diventa virale o un commento fortemente ricondiviso, che potremmo trovarci a dover gestire una diatriba e centinaia di commenti. Quando questi sono positivi, naturalmente, va tutto bene, il problema è quando iniziano gli odiatori seriali, cioè persone che stanno sul web a sfogare le loro frustrazioni. Questi commenti possono essere lesivi o offensivi, a volte oltrepassando la misura, per questo bisogna essere in gradi di prendere decisioni veloci e coraggiose, come rispondere con calma e intelligenza o, in caso di necessità, bloccare i commenti.
Per questo è sempre necessario rivolgersi a delle agenzie web, soprattutto se vogliamo iniziare una serie di inserzioni sponsorizzate sui vari social o vogliamo coinvolgere qualche influencer o testimonial. Infatti, grazie alla nostra esperienza, riusciamo a darti la soluzione e il consiglio migliore su come poter sviluppare questo tipo di business o di promozione. Spesso non abbiamo tempo di controllare ciò che vogliamo condividere e, anche se ciò che riportiamo è vero, magari nasconde una parte oscura che, in un dibattito più allargato, potrebbe screditare o farci passare per superficiali. Per questo è importante prendersi sempre del tempo prima di condividere qualunque cosa sul web e verificare se la notizia sia affidabile ma, soprattutto, non nasconda qualche parte oscura alla quale non sappiamo rispondere adeguatamente e che potrebbe creare problemi.