Come il mondo ha cambiato i social

I social media non sono più solo piattaforme ma negli anni sono diventati sempre più lo specchio della nostra società in continua evoluzione. Ma chi plasma chi? È il mondo che modella i social, o sono i social a plasmare il mondo? La soluzione è più sfumata e complessa di quanto sembri. Proviamo a rispondere. I social sono fortemente interconnessi con l’utente, ed esistono grazie a questi. Sono gli utenti, le loro interazioni, sia con la piattaforma sia tra loro stessi, che creano il successo di un social, e al contempo sono i gusti e gli stili degli utenti che modificano lo stile del social. Facebook, X, Instagram, LinkedIn o Threads hanno tutti lo stesso scopo, interconnettere le persone, ma lo fanno con stili diametralmente opposti. L’utente sceglierà perciò il social più adatto alle sue esigenze e col quale si trova maggiormente a suo agio, sia per condividere, sia per partecipare a discussioni, sia per passare del tempo.

 

Dalla nicchia al mainstream

Qualcuno di noi ricorda i primi giorni di Facebook, un social network limitato agli studenti universitari, che arriva in punta di piedi anche in un’Italia dove ancora la connettività non è costante e gli smartphone non sono ancora così diffusi, e nemmeno si capiva bene cosa fosse un social. Qualcuno infatti pensava fosse una semplice evoluzione delle web community, altri lo guardavano con curiosità. Oggi, lo sappiamo bene, è un colosso che tocca miliardi di vite. Questo passaggio dalla nicchia al mainstream è stato guidato non tanto dalla creatività e intraprendenza di Zuckerberg e colleghi, quanto piuttosto dalle esigenze degli utenti. Con la crescita della connettività, con la possibilità di essere connessi 24/7, abbiamo chiesto più interattività e personalizzazione, e i social hanno risposto. Le storie effimere di Instagram, le dirette Facebook, i reels di TikTok sono tutte risposte a una domanda semplice: cosa vogliamo?

 

Un riflesso della realtà

I social media sono diventati sempre più un palcoscenico dove mettiamo in scena la nostra vita, o la nostra idea di vita. Infatti questa rappresentazione è spesso filtrata attraverso lenti ideali e il desiderio di apparire perfetti ha portato a un’epidemia di filtri e ritocchi, creando una realtà distorta che può avere un impatto negativo sulla nostra autostima, qualcuno ricorderà la sindrome da like che ha portato i social a dare la possibilità di nascondere le reaction. D’altra parte, fortunatamente, i social hanno anche dato voce a minoranze e movimenti sociali, sfidando le norme e promuovendo l’inclusività.

 

Un’arena politica

Le elezioni si vincono anche sui social. Le campagne politiche hanno capito il potere di queste piattaforme e le utilizzano per raggiungere un pubblico sempre più vasto e diversificato. Tuttavia, la diffusione di fake news e disinformazione, legata a un populismo sempre più dirompente, rappresenta una seria minaccia per la democrazia. È anche altresì vero che grazie alla loro idea libertaria i social sono un’incubatrice di idee, movimenti, associazionismo, ecc, che difficilmente possono vivere nella realtà, magari solo per la semplice distanza tra gli utenti. Per questo non dobbiamo correre il rischio di demonizzarli troppo, quanto piuttosto dovremmo avere il senso critico e l’arguzia di ricercare contenuti intelligenti, precisi e magari anche super partes. 

 

Il futuro dei social

Dove ci porterà questa evoluzione? Probabilmente verso social network sempre più personalizzati, basati sull’intelligenza artificiale. Immaginiamo un feed che anticipa i nostri interessi, o un’assistente virtuale che gestisce le nostre interazioni online. Ma ci sono anche sfide da affrontare: privacy, dipendenza, e il rischio di creare bolle informative sempre più isolate. Già l’informazione che passa sui social appare fuori controllo, e sempre più pagine, esponendosi alle troll farms, condividono spesso fake news. Purtroppo non sempre l’utente social si vuole informare e, soprattutto nel caso di analfabetismo funzionale, queste notizie possono essere prese per vere e plasmare la coscienza. Forse è questa la vera sfida del futuro dei social, isolare le notizie palesemente false, non permettere la loro diffusione e lasciare spazio crescente a arte, scienza, promozione, divulgazione e informazioni verificate.

 

Il rapporto tra mondo e social media è perciò simbiotico, e lo sarà sempre più. Ci influenziamo a vicenda, in un continuo scambio di idee, valori e comportamenti. È fondamentale utilizzare questi strumenti in modo consapevole, per costruire una società più informata, inclusiva e democratica. I social media, e noi di yes-web lo sappiamo bene, sono uno strumento potente, ma come tutti gli strumenti possono essere usati bene o male. Sta a noi decidere come vogliamo utilizzarli, per costruire un mondo migliore e più informato, o per perderci in un vortice di superficialità e disinformazione.

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