Categoria: news

Il metaverso è già finito?

Non esiste ancora un metaverso concreto e definito, poiché la tecnologia e le infrastrutture necessarie per crearlo non sono ancora disponibili. Inoltre, ci sono molti aspetti tecnici, sociali e morali da considerare nello sviluppo di un metaverso. Pertanto, come abbiamo già visto in un articolo precedente, il metaverso rimane un concetto affascinante ma ancora poco concreto. 

 

Come  già detto, il concetto di metaverso è ancora in fase di sviluppo e non esiste ancora una definizione univoca di ciò che dovrebbe essere o come dovrebbe funzionare. Pertanto, non possiamo ancora parlare del successo o del mancato successo del metaverso poiché non esiste un metaverso concreto su cui fare una valutazione, ma solo idee embrionali che stiamo cercando di implementare e realizzare.

 

Se e quando verrà creato un metaverso concreto e funzionante, questo potrebbe avere numerose applicazioni e potrebbe essere utilizzato in molti modi, come ad esempio negli ambienti di lavoro, per le riunioni e le conferenze, permettendo alle persone di interagire in modo più efficace e coinvolgente rispetto alle videoconferenze tradizionali. Inoltre, il metaverso potrebbe diventare un luogo di intrattenimento, dove le persone potrebbero giocare, assistere a spettacoli e partecipare a eventi o essere una piattaforma per la creazione e la condivisione di contenuti artistici e culturali, come ad esempio opere d’arte o performance teatrali, come già accade con gli nft.

 

Infine, il metaverso potrebbe diventare uno spazio per l’educazione, dove gli studenti potrebbero sperimentare simulazioni e ambienti di apprendimento realistici e interattivi, che potrebbero aiutarli a comprendere meglio i concetti e a sviluppare competenze pratiche. In sostanza, le applicazioni del metaverso potrebbero essere molteplici e potrebbero riguardare diversi ambiti della vita quotidiana.

 

E sin qui tutto bene e tutto bello, ma allora perchè non sta funzionando? Le risposte a questa domanda sono difficili, anche perché non esiste ancora realmente un metaverso, e forse questo è il primo problema. Infatti i mondi del metaverso, e le piattaforme di realtà aumentata proposte, sono ancora in fase embrionale, confuse e poco fruibili, rendendo l’esperienza dell’utente medio scarsa e, a tratti, frustrante, soprattutto se non si è muniti dei visori o dei controller. Già, per fruire al 100% dei contenuti del metaverso è indispensabile avere visori dedicati e un paio di controller per potersi direzionare, oltre a delle cuffie e un microfono. 

 

Possiamo navigare gli ambienti dei vari metaversi anche senza controller e visori naturalmente, ma l’esperienza non sarà delle migliori e delle più fruibili. Inoltre non potremmo connetterci ovunque al metaverso, appunto per la difficoltà nell’avere un’attrezzatura adeguata all’uso fuori casa. In un epoca dove l’attenzione alla perfezione grafica è quasi maniacale, i metaversi sinora proposti risultano non all’altezza. Le grafiche, anche per le complessità della realtà aumentata, appaiono spartane, poco fluide e molto elementari; anche per questo l’utente medio non si avvicina al metaverso. Ma il vero problema sembra essere la semplicità di utilizzo. 

 

Gli individui, infatti, sarebbero attratti dalla semplicità dell’esperienza anche se il prodotto non è perfetto. In altre parole, ci deve essere il minor attrito possibile; l’esperienza deve essere il più semplice possibile per essere consumata.

Se si parla di video YouTube è diventata la piattaforma di riferimento, nonostante la scarsa qualità di alcuni contenuti. Allo stesso modo Tik Tok attira il favore dei giovani con clip la cui qualità è lontana dai canoni del cinema. La storia avrà sempre la precedenza sulla confezione. 

 

Dobbiamo accettare che, per gli utenti, la semplicità e la storia sono più importanti e hanno la precedenza sugli artifici (3D, 4D, 4K, 8K, …). L’esperienza deve essere semplice, ed è esattamente ciò che propone YouTube. Anche Netflix, fin dalla sua creazione, ha capito questo bisogno e ha deciso di lanciare i migliori contenuti per un utente senza alcuna azione da parte sua. Gli algoritmi di raccomandazione sono la pietra angolare di questa strategia, che mira a ridurre la distanza tra contenuto e consumatore.

 

Noi di Yes-Web siamo sempre attenti all’evoluzione del metaverso, lo consideriamo, come tutte le novità legate al web, un modo per migliorare degli aspetti della nostra vita. Lo sappiamo bene, ci vorrà ancora del tempo, ci vorrà ancora tanta pazienza e non sappiamo ancora se questo nuovo modo di concepire internet funzionerà realmente, ma sicuramente molte sue applicazioni o idee saranno parte del nostro futuro. 

Intelligenza artificiale: tra etica e tecnologia

L’idea di sviluppare intelligenze artificiali è stata presente nella letteratura e nella cultura popolare per secoli. Tuttavia, l’intelligenza artificiale come disciplina scientifica moderna ha iniziato a emergere negli anni ’50 e ’60, quando i ricercatori hanno iniziato a sperimentare con i primi computer e a sviluppare algoritmi di apprendimento automatico.

Negli anni successivi, l’intelligenza artificiale ha continuato a svilupparsi e a diventare sempre più sofisticata, con l’introduzione di nuove tecniche di apprendimento automatico e l’aumento della potenza di calcolo dei computer. Oggi, l’intelligenza artificiale è una disciplina in rapido sviluppo che viene utilizzata in una vasta gamma di settori, dalla medicina all’industria, dal commercio all’educazione.

 

Il primo esempio di intelligenza artificiale sviluppata in modo concreto è stato il programma di gioco d’azzardo chiamato Nim sviluppato nel 1950 da Alan Turing e Klaus Samelson. Nim era un semplice gioco a turni in cui i giocatori dovevano scegliere quanti oggetti rimuovere da una pila ciascuno turno, con il vincitore che era il giocatore che rimuoveva l’ultimo oggetto. Il programma di Nim è stato il primo esempio di intelligenza artificiale che è stato in grado di giocare in modo competitivo contro gli esseri umani.

Negli anni successivi, sono stati sviluppati molti altri esempi di intelligenza artificiale, come il programma di scacchi Deep Blue di IBM, che ha sconfitto il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov nel 1997, e il programma di riconoscimento vocale Dragon NaturallySpeaking, che è stato in grado di riconoscere e trascrivere il parlato in modo accurato.

 

L’intelligenza artificiale è diventata sempre più accessibile e fruibile anche da coloro che non hanno conoscenze specifiche di informatica negli ultimi anni, grazie alla diffusione dei servizi basati su cloud e all’aumento della disponibilità di strumenti di sviluppo di intelligenza artificiale user-friendly.

Oggi, molti servizi di intelligenza artificiale basati su cloud offrono API (Application Programming Interface) che possono essere utilizzate per integrare facilmente funzionalità in applicazioni e servizi online, senza la necessità di conoscenze specifiche di programmazione. Inoltre, sono disponibili molti strumenti di sviluppo di intelligenza artificiale user-friendly che consentono anche a chi non ha conoscenze specifiche di informatica di creare e utilizzare modelli di AI per diverse finalità.

Come possiamo vedere semplicemente dai nostri smartphone, molti produttori di tecnologia stanno incorporando funzionalità di intelligenza artificiale nei loro prodotti, rendendola perciò sempre più accessibile e fruibile praticamente a tutti. Ad esempio, molti smartphone e altoparlanti intelligenti incorporano funzionalità di intelligenza artificiale per fornire assistenza vocale e altre funzionalità utili.

Ma l’esempio di AI che sembra maggiormente riuscito è la ChatGPT di OpenAi , che permetterà di chattare, praticamente di qualunque argomento semplice o complesso, con un’intelligenza artificiale che, come dicono gli stessi sviluppatori, è stata creata per migliorare a modellare il futuro e darci una mano a migliorare le esperienze di questo tipo. 

 

ChatGPT è un modello linguistico di grandi dimensioni specializzato nella conversazione con utenti umani, messo a punto con tecniche per l’apprendimento automatico e ottimizzato con tecniche di apprendimento supervisionato e di rinforzo.

La prima versione sarà messa online il 30 novembre del 2022, e c’è enorme curiosità tra gli addetti al settore, ma anche da parte degli utenti più evoluti di mettere alla prova questo modello. 

Anche noi di yes-web, come tutti i nativi digitali, non vediamo l’ora di poter provare e mettere alla prova questo nuovo strumento, sia per testarne le peculiarità e l’affidabilità, sia per capire se ci stiamo avvicinando a quel futuro dove uomo e macchina potranno essere connessi in una maniera più articolata.

Ma quanto sono buoni i cookies?

Ogni volta che apriamo un sito, che sia il nostro di yes-web, o un qualunque altro, immancabilmente ci accoglie il banner che ci chiede di accettare i cookie o meno.

Ma, cosa sono esattamente questi cookie e come vanno gestiti? 

I cookie sono frammenti di dati sugli utenti memorizzati sul computer e utilizzati per migliorare la navigazione. I cookie, anche conosciuti come cookie HTTP, web, Internet o del browser, vengono creati dal server e inviati sul tuo browser. Lo scambio di informazioni consente ai siti di riconoscere il tuo computer e inviargli informazioni personalizzate in base allo stile della tua navigazione. In altre parole se i cookie non esistessero, ogni volta che visiti una nuova pagina di un sito dovresti selezionare nuovamente le tue preferenze, come la lingua e la valuta, nonché confermare di essere una persona e non un robot, ecc.

I dati salvati nei cookie non sono pericolosi di per sé, non sono un malware. Il problema è il modo in cui il sito web può utilizzare quei dati, potenzialmente violando la privacy dell’utente. Infatti,in caso di attacco informatico, i cybercriminali possono utilizzare le informazioni contenute nei cookie per estrapolare la cronologia della nostra navigazione. Per questo motivo è molto importante saper riconoscere i cookie da consentire e quelli preferibilmente da bloccare.

Esistono diversi tipi di cookie: la prima distinzione da fare è tra cookie di prima e di terze parti; i primi sono creati dal sito che stai visitando che è il solo che può leggerli. Nel secondo caso accade che il sito ricorra a servizi esterni che creano anch’essi i propri cookie, denominati cookie di terze parti.

Inoltre possiamo distinguere tra:

Cookie di sessione: consentono al sito di ricordare l’identità di un computer durante la navigazione da una pagina all’altra e, quando termina la sessione, il cookie smette di funzionare e trasmettere informazioni. Questi sono considerati i più sicuri.

Cookie persistenti: sono permanenti (o quasi) e servono per memorizzare le preferenze degli utenti. Vengono utilizzati soprattutto per l’autenticazione dei computer, in modo che l’utente possa mantenere l’accesso durante la navigazione sul sito. 

Evercookie, cookie zombie e supercookie: Questi, in realtà, non sono veri e propri cookie, ma piuttosto una routine in grado di autoreplicarsi anche dopo che la cache del browser è stata svuotata. Quando ne elimini uno, spesso sono in grado di installare copie di sé stessi in un’altra posizione. Questo è il caso di software video per i browser come Microsoft Silverlight o Adobe Flash, che consentono l’accesso agli stessi dati da più posizioni.

I cookie sono ormai elementi essenziali per il buon funzionamento e per la corretta visualizzazione di quasi tutti i siti internet. Ma come detto, i cookie, prendono anche delle informazioni dell’utente che usa il nostro servizio web, soprattutto se si tratta di quelli di terze parti. È proprio, in particolare, su questi ultimi che è intervenuta la legge a tutela della privacy del consumatore, stabilendo strette direttive a cui tutti i siti internet devono adeguarsi, dando la possibilità all’utente di conoscere cosa sta avvenendo nel substrato di un sito web e di decidere se accettare, eliminare, bloccare determinati cookie.

La regolamentazione della gestione dei cookie prende spunto dalla normativa italiana vigente in materia di trattamento dei dati personali: l’articolo 122 del Codice della Privacy prevede infatti che le informazioni derivanti dalla tracciatura del profilo di un utente, possano essere utilizzate esclusivamente se tale utente ha manifestato espressamente la propria disponibilità ad utilizzare questi dati.

Chiunque utilizzi cookie ha l’obbligo di informare l’utente sull’uso di questi e sul tipo di finalità che si intendono perseguire tramite gli stessi.

La normativa italiana è stata recentemente aggiornata nel giugno 2021, attraverso l’emanazione di nuove linee guida sui cookie e sugli altri sistemi di tracciamento.

 

Ma cosa deve fare un gestore di un sito per essere in linea con la legge e evitare sanzioni? 

L’intervento più visibile è sicuramente dotare il sito della cookie banner, cioè il banner che ci chiede se vogliamo accettare, personalizzare o rifiutare i cookies. Disporre di un cookie banner e di una cookie policy e bloccare i cookie prima di aver ottenuto il consenso dell’utente sono tutti requisiti previsti dalla Direttiva ePrivacy (Cookie Law) e dal GDPR.

L’avviso sui cookie deve contenere una breve spiegazione delle finalità di installazione dei cookie utilizzati dal sito, essere sufficientemente discontinuo nella navigazione del sito da essere ben evidente, contenere un link ad una cookie policy che illustri in dettaglio le finalità, l’utilizzo e le attività delle terze parti correlate ai cookie e esporre chiaramente quali azioni indicheranno il consenso.

Il cookie banner è obbligatorio per tutti i siti o app che fanno uso di cookie non esenti dall’obbligo di consenso ed è un obbligo di legge se il sito web può essere visitato da utenti europei, oppure se il sito/app appartiene ad un’attività (società, impresa individuale, ente pubblico, ecc.) con sede nell’UE, indipendentemente dal fatto che i tuoi utenti abbiano o meno sede nell’UE.

 

Noi di yes-web, come agenzia, dobbiamo essere sempre informati e precisi sugli obblighi di legge da rispettare quando si crea un contenuto sul web. La corretta gestione della privacy, del GDPR e l’introduzione di una banner cookie precisa e che rispetti tutti i contenuti che la legge individua, è ormai indispensabile non solo per non incorrere in sanzioni ma anche per dimostrare la nostra serietà verso i visitatori del nostro sito.

Una passeggiata nel metaverso

Sino a qualche mese fa il metaverso sembrava solo un’idea intrigante, ma oggi, piano piano, sta iniziando a diventare sempre più una realtà. Come sempre la tecnologia viaggia più veloce delle parole, e curiosando sul web possiamo iniziare a esplorare i primi metaversi. Vero, molti mondi sembrano ancora un pò da sgrezzare e migliorare graficamente, sono ancora distanti dalla realtà e non permettono ancora un integrazione con qualunque visore, però sono esempi interessanti di ciò che ci riserverà il futuro.

 

Noi di yes-web abbiamo deciso di esplorare, utilizzando la piattaforma Spatial, uno spazio del metaverso dedicato alla cultura, eventi, opere d’arte di nft, ecc…

Entrare nel metaverso di Spatial è semplice: l’applicazione è presente negli app store principali, oppure è visitabile da chrome, ed è totalmente gratuita, anche se c’è la possibilità di avere spazi più ricercati e controllabili a pagamento. 

 

Appena iscritti è possibile creare il nostro avatar al quale dobbiamo dare un nome. Attraverso la fotocamera è possibile dare le nostre sembianze all’avatar, anche se non sarà molto fedele a noi. Un rapido tutorial ci insegnerà a visitare questi mondi anche senza i visori dedicati. 

Purtroppo c’è una limitazione: senza accoppiare gli handset per il movimento non possiamo muoverci all’interno del metaverso con il visore, ma nonostante questo, l’esperienza, per quanto non totalmente coinvolgente, risulta interessante e fruibile comodamente.

 

Come detto, questo metaverso ospita soprattutto opere d’arte nft e si presta come spazio dove il mondo reale e quello virtuale si fondono e possono dialogare perfettamente tra loro. Le varie stanze sono organizzate dagli artisti che espongono, le opere si presentano davanti a noi con una buona risoluzione , possiamo muovere il nostro avatar per le sale, ed eventualmente dialogare con gli altri partecipanti alla visita.  Inoltre, attraverso indirizzi e contatti forniti dagli autori, possiamo acquistare queste opere come se fossimo in una reale galleria d’arte. 

 

L’esperienza di visualizzazione è buona e semplice, e alcune stanze sono veramente ben fatte e ricercate. Sia con i visori, sia senza, risulta molto facile visualizzare tutti gli elementi presenti, tanto quanto comunicare con gli altri visitatori. Naturalmente con i visori l’esperienza di visualizzazione migliora sensibilmente. In qualunque caso, comunque, la visualizzazione delle opere è chiara e dettagliata. Inoltre, anche se questa sembra una funzione a pagamento, possiamo anche organizzare presentazioni e conferenze, accoppiando le nostre hearset per comunicare comodamente come se fossimo in una grande riunione o presentazione. 

 

I mondi da visitare sono tantissimi, ogni giorno possiamo visitare gallerie di nuovi artisti, sempre più curate e fruibili, dove le opere proposte sono facilmente acquistabili. 

 

Ma le possibilità di fare tour virtuali saranno infinite e riguarderanno tutte le attività. 

È di questi giorni l’articolo che parla di un giovane italiano, Federico Buompane, che sta cercando, attraverso un crowdfunding, di aprire un emporio virtuale dove da tutto il mondo si potrà assistere alle lavorazioni del caffè della torrefazione di famiglia, la We Roast. Attraverso una blockchain dedicata potrà essere monitorato tutto il processo produttivo,  dalla semina, alla raccolta, sino alla vendita finale. 

 

Il metaverso ci regalerà sempre più sorprese e opportunità per il futuro. Il nostro mondo reale sarà sempre maggiormente interconnesso con la realtà virtuale e, grazie a device sempre più tecnologici, saremmo in grado di vivere mondi paralleli al nostro, ma anche mondi inventati, presenti, passati e futuri. Sicuramente il valore dell’esperienza diventerà sempre più grande. 

 

Oltre alle varie esperienze e utilità,  non dobbiamo dimenticarci della parte educativa. Infatti possiamo usare la realtà parallela del metaverso per simulare diverse situazioni, creare esperienze e apprendere più rapidamente i concetti che troviamo nei libri di scuola.

 

Noi di yes-web continueremo a esplorare sempre più questo nuovo modo di vivere il web, cercando sempre di capire appieno le potenzialità dei nuovi strumenti, per trovare, anche in questo caso, la migliore soluzione per il vostro business.

Web e linguaggio politico

Lo vediamo ogni giorno, ogni volta che accediamo ai nostri social, siamo invasi da post di politici. 

Questo fenomeno, cioè usare i social come amplificatore della propaganda politica o elettorale, col fine di raggiungere più capillarmente, velocemente e costantemente gli elettori, esiste da poco più di un decennio, più o meno da quando Obama ha usato i social per una buona fetta della sua campagna elettorale verso la Casa Bianca. 

In questi anni, e ancora oggi, abbiamo assistito a vere e proprie campagne elettorali a suon di post e cinguettii, aiutate anche da un buco di regolamentazione sulla par condicio e il silenzio elettorale, il tutto condito da commenti pro e contro l’autore del post, spesso anche al vetriolo. 

 

Lo sappiamo, il web è democratico e chiunque ha il diritto di esprimere il proprio pensiero, anche se sappiamo tutti che non è etico dare in pasto all’opinione pubblica qualunque tema politico col solo fine di raccattare preferenze.  

 

Le vecchie campagne elettorali fatte di interventi nelle varie tribune politiche in radio o televisione, di grandi comizi nelle piazze e di quei manifesti elettorali che invadono i nostri comuni a ogni tornata elettorale, sembrano ormai superati dalle nuove tecniche di comunicazione politica, sempre più incentrata sui social e sul web. Ma è proprio così? 

 

All’apparenza, vedendo anche l’enorme mole di post pubblicati ogni giorno, sembrerebbe che tutta la politica si sia spostata sui social, che siano i canali preferiti per comunicare e promuoversi, ma, se andiamo un poco più a fondo e guardiamo oltre le apparenze, notiamo che non sono questi messaggi a convincere l’elettore a dare un voto di preferenza a un candidato rispetto ad un altro. Infatti, il web, per molti viene vissuto ancora come un mondo lontano dalla vita reale e, per quanto commentino e partecipino con i commenti al post del politico di turno, quando vanno a votare guardano altri aspetti più concreti e meno di propaganda. Inoltre l’elettore medio è cambiato negli ultimi 30 anni, è diventato più instabile, deluso dai partiti e dai loro leader, perciò più propenso anche a dare un voto di pancia.

 

L’analisi è complessa e riguarda più livelli della società e della comunicazione. Noi ci vogliamo concentrare su una parte importante dei social, il linguaggio. Infatti il linguaggio commerciale e diretto dei media commerciali ha invaso i social e, anziché migliorare, si è imbruttito e appesantito. Nei social non si ragiona molto, i post politici sono piccole vignette che devono colpire alla pancia, veloci e immediate, e portano spesso a un surriscaldarsi dei toni e anche a veri e propri scontri volgari.

 

A tal proposito riportiamo un estratto di un’intervista al professor Alfio Mastropaolo:

“E la competizione politica ha adottato toni insopportabili e rischiosissimi. Perché la polarizzazione dei discorsi politici si riflette sulla società, nel costume, nelle relazioni sociali. Ora, la straordinaria invenzione della politica moderna è stata la pacificazione della contesa politica: invece di fare a botte, si discuteva nei parlamenti. La discussione poteva essere aspra. Ma esisteva un codice della “civiltà parlamentare”. In Italia questo codice è stato messo sotto i piedi, quando sono apparsi i cappi e le mortadelle. È una responsabilità gravissima anche degli allora presidenti delle assemblee elettive, che hanno allora tollerato le prime intemperanze, e dei loro successori. I regolamenti parlamentari davano loro i mezzi per mettere a tacere i facinorosi e per escluderli. Purtroppo, simili intemperanze hanno fatto scuola e sono tracimate sui social, nelle trasmissioni televisive, nel costume, nella vita civile. Sarebbe ora di ristabilire dei limiti da rispettare. Non vedo perché nella vita civile la calunnia, il vilipendio, la diffamazione siano perseguibili e nelle pubbliche discussioni, in televisione e sui social sono ammessi. La mia opinione è che serva anche stavolta un codice, adottato su scala sovranazionale, insieme a qualche istituzione giudicante. È difficile immaginarlo, ma a volte servono le cose difficili, non quelle facili. Non tanto in ragione delle manipolazioni elettorali. Ma in ragione della civile convivenza, che è ad alto rischio di brutalizzazione. Come troverei ragionevole riformare la galassia delle piattaforme. Un processo in atto da tempo è la concentrazione mediatica nelle mani di pochi imprenditori privati. Vale per i giornali e per le catene radiotelevisive. Per i giornali si vanno delineando specie all’estero interessanti iniziative di giornalismo on line, che sono alimentate dagli stessi lettori. Per le catene radiotelevisive sarebbe auspicabile una dispersione della proprietà e il rafforzamento delle catene pubbliche, liberandole dalla concorrenza pubblicitaria. Bene, qualcosa va fatto e in fretta anche per le piattaforme dei social. Non  so cosa, ma prima è, meglio è.”        

 

Ed è qui il problema di fondo: i toni usati, la mancanza di regolamentazione, e autoregolamentazione, stanno affossando la politica e contribuiscono a far emergere nuove forze che in un contesto classico non avrebbero mai trovato lo spazio per esistere, come ad esempio le frange più estremiste e anarchiche. E sono questi i fenomeni da contrastare sul web.


Il linguaggio politico ha sempre contaminato il linguaggio comune; però, in questo caso, non possiamo usare un linguaggio politicamente scorretto e troppo diretto nelle attività di tutti i giorni, rischieremo di darci in pasto ai peggiori commenti e perdere la nostra web reputation, soprattutto se gestiamo un attività. 

 

Per questo, anche noi di yes-web, ogni volta che andiamo a creare un post sui vari social o qualunque contenuto web, prestiamo la massima attenzione a non cadere in errore, a non trattare temi delicati e cerchiamo in tutti i modi di accrescere la web reputation dei nostri clienti.