Le feste sono andate via con la Befana, l’anno 2020 è iniziato e con lui tanti nostri buoni propositi.
Che pensieri può avere un’agenzia di web marketing come la nostra? Beh, essendo tutta al femminile, pensiamo alle donne.
A tutte le donne, sperando che possano avere sempre una maggiore consapevolezza di sé stesse, del valore intrinseco che hanno e della capacità di riuscire in ogni campo della vita.
Perché questo proposito? Perché oggi parliamo delle donne e del mondo STEM, di come si inseriscono in questo mondo e di come la loro presenza merita un riconoscimento migliore.
Partiamo dal principio: cosa s’intende per STEM?
“L’acronimo STEM, dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics (in precedenza anche SMET), è un termine utilizzato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e i relativi corsi di studio.” (Wikipedia)
Consapevolezza, capacità di riuscita in un dato campo: ecco, pare che le donne le discipline scientifiche, siamo ancora inserite in una cupola di stereotipi difficile da intaccare…
E invece no, le donne hanno una grande capacità di riuscita anche qui e lo dicono i numeri!
Infatti, in una ricerca di Microsoft European Girls in STEM, realizzata in collaborazione con la London School of Economics (Professor Bauer, Dipartimento di Psicologia e Scienze Comportamentali), è emerso che in Italia il 41,7% delle ragazze si sente portata dalla matematica, il 49,2% dell’informatica.
Anche se… anche se le ragazze intervistate ritengono “che non ci siano ancora pari opportunità lavorative in ambito STEM. A questo si aggiungono altri fattori, come la conformità alle aspettative sociali, gli stereotipi di genere, i ruoli di genere e la mancanza di modelli di riferimento che orientano le scelte professionali delle ragazze lontano dagli ambiti STEM. L’indagine mette in evidenza che solo il 59% delle giovani italiane dichiara che otterrebbe ottimi risultati nello studio delle STEM al pari di un ragazzo. La conseguenza è che, secondo lo studio, in Italia solo il 12,6% delle studentesse sceglie un percorso scolastico legato allo STEM, solo il 6,4% lavora nell’ICT e il 13,3% in settori correlati all’ingegneria.” (Assolomardia.it)
Quindi, qualche problema relativo al genere c’è, non bisogna negarlo ma ad ogni problema c’è sempre una soluzione; anzi, situazioni e atteggiamenti che possono portare alla risoluzione del problema.
Quali? Innanzitutto la famiglia: se una ragazza è portata per le discipline scientifiche, lasciarla proseguire quel genere di studi, non bloccare l’istinto e la passione solo perché donna.
Così come importanti sono gli insegnanti alle superiori o i docenti all’università che devono spronare e aiutare la studentessa che presenta abilità in un determinato ambiente seppur prevalentemente maschile.
Piccoli passaggi, grandi dettagli che possono fare la differenza in un ambiente, quello STEM, dove solo il 28% dei ricercatori in tutto il mondo è donna (dati Onu); così come a fare la differenza possono essere le iniziative di enti pubblici e privati al fine di parlare e avvicinare l’universo femminile al mondo della scienza e delle tecnologie.
In tal senso, mondolavoro.it cita alcuni esempi di progetti con tali finalità:
“Il progetto basato sul coding lanciato da Reshma Saujani, attivista e politica statunitense che nel 2012 ha ideato Girls Who Code, un’organizzazione non profit di rilevanza internazionale che ha l’ambizioso obiettivo di avvicinare le ragazze al mondo della programmazione.
Anche UN Woman, la divisione Onu che si occupa della parità di genere, collabora con diversi governi in tutto il mondo per colmare questo divario, impegnandosi tramite l’agenda Onu 2030 a “costruire infrastrutture resilienti, promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile e promuovere l’innovazione”. Questo sarà possibile grazie ad una strategia basata sui Women’s Empowerement Principles, che offrono alle aziende e alle istituzioni gli strumenti per potenziare la presenza femminile nei posti di lavoro.
Dal globale al locale: anche la Regione Piemonte ha in cantiere un progetto per promuovere e potenziare il binomio donne e STEM. Si tratta di un’iniziativa che durerà fino alla fine del 2020 e che ha l’obiettivo di avvicinare le giovani generazioni femminili ai percorsi formativi e alle carriere legate alle discipline scientifiche, tecnologiche e matematiche.
A maggio 2019, poi, si è svolta la maratona “STEM in the city”, l’evento annuale organizzato del Comune di Milano per avvicinare le studentesse alle materie scientifiche, che vede la collaborazione di partner come Microsoft, da sempre particolarmente sensibile a questa tematica.”
Insomma, le donne e le STEM sono un binomio assolutamente possibile anche grazie a donne fantastiche, anche italiane, che hanno fatto la storia:
Ada Lovelace: matematica inglese; tra i suoi appunti è stato trovato un algoritmo per generare i numeri di Bernoulli, considerato come il primo algoritmo espressamente inteso per essere elaborato da una macchina;
Rita Levi Montalcini: neurologa e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per la medicina nel 1986. Negli anni cinquanta le sue ricerche la portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF;
Samantha Cristoforetti: aviatrice, ingegnere, astronauta militare italiana, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. Con la missione ISS Expedition 42/Expedition 43 Futura del 2014-2015 ha conseguito il record europeo e il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo (199 giorni);
Marie Curie: Nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica (assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel) per i loro studi sulle radiazioni e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per la sua scoperta del radio e del polonio.
Margherita Hack: Astrofisica e divulgatrice scientifica italiana. Ha occupato la cattedra di professore ordinario di astronomia all’Università di Trieste dal 1964 al 1º novembre 1992. È stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale.
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