Nell’era digitale, il copywriter ha assunto, e continua ad avere, un ruolo cruciale nel tessuto comunicativo del web. Non è solo un fabbricante di contenuti, ma un vero e proprio stratega delle parole, capace di influenzare, persuadere e coinvolgere l’audience e gli utenti, naturalmente sempre nel rispetto delle regole e del buonsenso. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale (AI), questo mestiere si trova a un bivio: come può un copywriter umano coesistere e prosperare in un ambiente sempre più dominato dalle macchine, che sembrano sempre infallibili?
Iniziamo col dire che la creatività umana resta irripetibile e unica, e rappresenta il cuore pulsante di ogni campagna marketing di successo. Tuttavia, l’AI può amplificare questa creatività creando una potente sinergia tra il mondo umano e quello dei calcolatori, fornendo strumenti che permettono al copywriter di analizzare dati, comprendere tendenze e personalizzare i messaggi a livello individuale. L’AI può gestire compiti ripetitivi e analitici, liberando da queste mansioni il copywriter, che potrà perciò concentrarsi su concetti innovativi e narrazioni coinvolgenti, facendo risparmiare tempo e permettendo una migliore gestione dei clienti.
Anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale le regole base del copy comunque non cambiano.
Tra le più importanti c’è la conoscenza del target e le leve da prendere in considerazione per il target che si è scelto di raggiungere.
Dunque per scrivere un buon copy è essenziale conoscere il proprio target di riferimento (prima cosa da tenere a mente sempre e che non cambia anche con il magico incontro di Copywriting e AI).
L’AI può però aiutare a raccogliere e analizzare i dati del target/pubblico che vuoi colpire (un esempio di prompt in questo caso: dammi le statistiche 2020 su “argomento X”) per creare contenuti altamente personalizzati e pertinenti.
L’integrazione dell’AI nel copywriting non è un sostituto, ma un potenziamento. Gli algoritmi possono suggerire variazioni di testo, ottimizzare i contenuti per i motori di ricerca (SEO) e persino generare bozze iniziali, oltre a creare dei riassunti utili per capire se il materiale è di nostro interesse, facendoci risparmiare tantissimo tempo. Ma è il tocco umano a dare vita al testo, a infondere emozioni e a creare quel legame empatico con il lettore che solo un essere umano può stabilire.
Un buon copywriter utilizza questi strumenti dalla loro genesi, li abbiamo sperimentati e abbiamo capito i loro pregi e, soprattutto, i loro limiti. Questi strumenti ormai sono sempre più presenti e ci permettono di creare testo, di raccogliere informazioni, di riassumere testi, di generare immagini e video. Col passare del tempo diventano sempre più precisi e affidabili, ma non sono infallibili. Infatti, spesso, sono ripetitivi, sbagliano a riportare delle nozioni anche banali, generano contenuti senza “anima” e non coerenti col risultato che ci si prefigge. Sicuramente, se utilizzati consapevolmente e da un copywriter esperto, velocizzano i processi di acquisizione e di studio dell’argomento che si vuole trattare o della campagna che si vuole creare.
In conclusione, il copywriter moderno deve vedere l’AI non come una minaccia, ma come un alleato, e imparare a convivere in armonia con queste nuove tecnologie, senza averne timore e sfruttandole per ottimizzare il lavoro. È un’opportunità per elevare la propria arte, sfruttando la tecnologia per affinare la propria abilità e raggiungere vette di efficacia comunicativa, e qualitative, prima inimmaginabili, se non nei lavori più strutturati e importanti. Grazie all’aiuto di questi, che noi di yes-web consideriamo assistenti virtuali, qualunque lavoro può essere gestito a un livello superiore, offrendo diversi spunti e strategie anche per i budget più contenuti.