Hai mai incontrato un commento online così assurdo,un post così esagerato e fuori da ogni schema logico, da farti chiedere “ma come è possibile? È realmente così?” Ma soprattutto “c’è qualcuno che ci crederà?”. Ecco, visto che sicuramente ti è capitato, ti sei trovato davanti a un contenuto molto probabilmente ideato da una fabbrica di troll. Sembra una cosa paradossale, vero, ma per gli addetti ai lavori del web e, soprattutto, per chi lavora prevalentemente con i social media, non sono affatto una novità.
Cosa sono le fabbriche di troll?
Le troll farms non sono altro che organizzazioni che creano e diffondono intenzionalmente informazioni false o fuorvianti online, utilizzano account falsi sui social media e forum, col fine di manipolare l’opinione pubblica, seminare discordia e influenzare eventi politici, o almeno ci provano. Come già accennato il fenomeno non è nuovo e all’inizio sembrava essere di facile gestione, inoltre non si sapeva bene chi ci potesse essere dietro. Il primo esempio di troll farms riconosciuto è la famosa Internet Research Agency, del fu cuoco di Putin, Prigozhin, sita a San Pietroburgo. Questa agenzia filo governativa aveva (o ha) il compito di creare azioni di propaganda online, per conto di aziende russe e per gli interessi politici del Cremlino, anche utilizzando fake news atte a destabilizzare gli equilibri di altri territori o cercare di influenzare scelte politiche, soprattutto in occidente. Qui non ci soffermeremo su questi aspetti, ma cercheremo di fare capire come funzionano queste organizzazioni.
Come funzionano?
Il primo passo, naturalmente, è quello della creazione di contenuti: post, commenti e articoli falsi, spesso sfruttando temi caldi e polarizzanti, sono un punto di partenza perfetto per creare una fake news. Successivamente parte la fase della diffusione: attraverso una rete di account falsi, e di bot, si amplifica il messaggio e si simula un consenso popolare. Sui social i post maggiormente visualizzati compaiono sempre in cima, perciò in questo modo verranno raggiunti velocemente milioni di utenti che, solitamente, fanno ricerche su temi controversi. Quando la diffusione è massima il messaggio inizia a circolare, sempre più persone ci crederanno e lo scopo di manipolare l’opinione pubblica, cercando di influenzare le opinioni delle persone, polarizzare le discussioni e indebolire la fiducia nelle istituzioni, è raggiunto. Tutto questo moltiplicato per migliaia di post giornalieri.
Perché esistono?
Le motivazioni possono essere diverse, e a volte mai del tutto chiare. Sicuramente l’idea di influenzare le elezioni, manipolando l’opinione pubblica per favorire un candidato o un partito, può essere plausibile, soprattutto in caso di candidati “comodi” per le politiche estere o molto vicini tra loro nei sondaggi. Ma lo scopo più plausibile è sicuramente quello di diffondere propaganda, promuovere una determinata ideologia o attaccare avversari politici scomodi. Un altro motivo a giustificare la loro esistenza potrebbe essere quello di provare a distrarre l’attenzione da problemi più importanti a favore di notizie più frivole, capaci comunque di esistere nel tempo e di coprire i fatti più importanti.
Come riconoscerle?
Possiamo dire che qualche tempo fa le fake news erano più semplici da capire, spesso paradossali e mal fatte, e comunque venivano da profili tutti uguali e poco raffinati. Oggi, complice anche l’attenzione nel creare un profilo (ormai i profili fake sono uguali a quelli di qualunque famiglia tipo) e il crescente analfabetismo funzionale sempre più presente nel web, queste notizie riescono a diventare virali velocemente senza creare molti dubbi. Solitamente, però, usano un linguaggio aggressivo, polarizzante, emotivo e provocatorio. Inoltre ripetono sempre gli stessi messaggi, anche se non hanno senso, in maniera ciclica e agiscono in modo coordinato, come un esercito di bot. Quando lo stesso profilo argomenta in maniera sempre uguale, con messaggi copia incolla, ecco, quasi sicuramente quello sarà un profilo non reale.
Come difendersi?
Oltre a esercitare il senso critico, sicuramente il primo passo per difendersi sarà quello di verificare le fonti: non credere a tutto ciò che leggi online, verifica sempre che le informazioni provengano da fonti affidabili, non farti influenzare dalle emozioni e pensa in modo critico e, nel caso, segnala i contenuti sospetti aiutando così a contrastare la disinformazione segnalando i contenuti falsi alle piattaforme social. Purtroppo, anche grazie ai nuovi servizi di AI, la possibilità di creare informazioni false, distorte o addirittura per scopi criminali, è diventata sempre più alta e frequente.
Le fabbriche di troll rappresentano una minaccia per la democrazia e la libertà di espressione. È importante essere consapevoli di questa realtà e adottare comportamenti critici per non farsi manipolare. Ma c’è anche un altro problema, che riguarda più da vicino chi come noi di yes-web offre soluzioni web: il rischio che un bot usi un tuo post sui social per la sua propaganda. E questo è sicuramente il problema più importante per te, infatti se il tuo contenuto viene invaso da messaggi non coerenti, il rischio di cattiva pubblicità diventa concreto, oltre al danno economico per un eventuale sponsorizzazione che non ha avuto i giusti risultati. Per questo noi yes-web prestiamo un’attenzione maniacale per cercare di evitare qualunque azione che possa portare il tuo post a essere vittima di troll e bot.