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La transizione digitale

Vittorio Colao è il nuovo ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale. 

Il manager, ex ceo di Vodafone e già nella task force dell’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stato dunque chiamato a guidare il dicastero che si occuperà di una delle maggiori sfide del Paese, perno insieme alla riconversione energetica del Next Generation Ue e che dovrà gestire una gran parte degli oltre 200 miliardi di fondi del Recovery Plan italiano.

Per la transizione digitale vengono stanziati oltre 46 miliardi di euro, che verranno utilizzati per la digitalizzazione, innovazione e messa in sicurezza della P.A., per la digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo e per il turismo e la cultura 4.0

Il compito di Colao è delicato e dovrà essere trasversale rispetto a molti ministeri, in quanto la digitalizzazione riguarderà tutti i settori del nostro Paese. 

 

Colao aveva già tracciato chiaramente il suo programma qualche mese fa nell’ambito della task force da lui capitanata, culminata nel documento “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022”. Il piano prevedeva una roadmap per spingere l’infrastrutturazione in fibra a livello nazionale e in particolare la banda ultralarga nelle aree grigie e in tutte le strutture pubbliche, in particolare scuole e ospedali, ed una spinta forte anche al 5G partendo dall’innalzamento dei limiti dell’elettrosmog. 

La digitalizzazione era stata a suo tempo classificata come il primo dei tre “assi di rafforzamento” per la trasformazione del Paese, seguito da Rivoluzione verde e Parità di genere e inclusione.  

 

Per raggiungere questi obiettivi si è creato il Comitato interministeriale per la transizione digitale. 

Un luogo strategico, che dovrà garantire velocità di esecuzione e trasversalità dei progetti. Questo sarà presieduto da Colao e sarà composto dal ministro  per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, dal ministro dell’Economia e delle finanze Daniele Franco, dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, dal ministro della Salute Roberto Speranza

 

Per quanto riguarda il ministero presieduto da Colao, sono attribuite le seguenti competenze in materia di transizione digitale: “Promuove, indirizza, coordina e verifica l’azione del Governo nelle materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, della strategia italiana per la banda ultra larga, della digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, nonché della trasformazione, crescita e transizione digitale del Paese, in ambito pubblico e privato”.

 

Perciò il nuovo ministero si troverà da subito ad affrontare una grandissima sfida che si svilupperà su due direttrici principali: la prima è quella della costruzione di infrastrutture per la banda ultralarga, quali la fibra e le antenne 5g, la seconda è l’ammodernamento della pubblica amministrazione. 

 

Piano fibra e rete 5g

E’ un tema ricorrente, la digitalizzazione in Italia procede a rilento e, il piano della banda ultra larga, è in ritardo di qualche anno rispetto al rollino di marcia prestabilito. Questi ritardi derivano da vari fattori, come la difficoltà di costruire infrastrutture per la rete in fibra ottica o la resistenza e i dubbi di una parte dell’opinione pubblica sulle reti 5g, considerate, erroneamente, dannose per la salute. Questa reticenza, inevitabilmente, si ripercuote sui tempi di realizzo di queste importanti opere. 

 

La sfida è imponente ma non impossibile. Grazie anche ai fondi del recovery plan c’è una volontà molto forte di imprimere una decisa accelerata nella realizzazione di queste infrastrutture che diventeranno di importanza fondamentale in un futuro molto prossimo. Infatti sempre più settori graviteranno intorno all’innovazione tecnologica, la riforma della pubblica amministrazione sarà nella direzione della digitalizzazione e le opportunità che il 5g ci darà nella gestione dei processi automatizzati saranno fondamentali per la rinascita del paese. 

Noi, professionisti del web e utenti, dobbiamo farci trovare preparati a raccogliere e capire questa nuova sfida, supportarla e farla nostra. Il web sarà sempre più presente nelle nostre vite, dobbiamo renderlo un posto sano, sicuro, democratico e ricco di opportunità per il nostro futuro e quello delle generazioni successive.