“Ho fatto un sogno riguardante il Web… ed è un sogno diviso in due parti.
Nella prima parte, il Web diventa un mezzo di gran lunga più potente per favorire la collaborazione tra i popoli. Ho sempre immaginato lo spazio dell’informazione come una cosa a cui tutti abbiano accesso immediato e intuitivo, non solo per navigare ma anche per creare. […] Inoltre, il sogno della comunicazione diretta attraverso il sapere condiviso dev’essere possibile per gruppi di qualsiasi dimensione, gruppi che potranno interagire elettronicamente con la medesima facilità che facendolo di persona. Nella seconda parte del sogno, la collaborazione si allarga ai computer. Le macchine diventano capaci di analizzare tutti i dati sul Web, il contenuto, i link e le transazioni tra persone e computer. La “Rete Semantica” che dovrebbe renderlo possibile deve ancora nascere, ma quando l’avremo i meccanismi quotidiani di commercio, burocrazia e vita saranno gestiti da macchine che parleranno a macchine, lasciando che gli uomini pensino soltanto a fornire l’ispirazione e l’intuito. Finalmente, si materializzeranno quegli “agenti” intelligenti sognati per decenni. Questo Web comprensibile alle macchine si concretizzerà introducendo una serie di progressi tecnici e di adeguamenti sociali attualmente in fase di sviluppo”.
(Tim Berners-Lee, L’architettura del nuovo Web, traduzione di G. Carlotti, Feltrinelli, Milano 2001).
Così scriveva Tim Berners-Lee, la persona alla quale dobbiamo il word wide web. Letta oggi questa frase non ci meraviglia più di tanto, ma, solo 20 anni fa poteva essere considerata pura utopia.
I più giovani magari non ricorderanno il 56k e i modem per connettersi a internet e nemmeno le ore e ore che erano necessarie per scaricare un brano da Napster.
Oggi siamo sempre connessi, il mio sogno da ragazzina di fine anni ’90!
In questi ultimi 20 anni il mondo è cambiato in maniera incredibile, e le nuove tecnologie hanno giocato un ruolo centrale. La velocità con la quale oggi troviamo e condividiamo le informazioni è frutto di una continua evoluzione che parte dalla metà degli anni 90 con il primo browser grafico, Mosaic, passa per il 2004, quando Tim O’Reilly parlò di web 2.0, e arriva, solo due anni dopo , nel 2006, al web 3.0.
Jerry Yang, fondatore di yahoo ci dice a proposito:
“Il Web 2.0 è ampiamente documentato e discusso. Il potere della Rete ha raggiunto la massa critica, con potenzialità sviluppabili in rete, non solo tramite hardware come consolle gioco e dispositivi mobili ma anche attraverso architetture software. Non è necessario essere informatici per creare un programma. Stiamo osservando che ciò che si manifesta nel Web 2.0 e nel Web 3.0 sarà una grande estensione di tutto ciò, un vero e proprio mezzo comune … la distinzione tra professionista, semi-professionista e consumatore andrà sfocandosi creando un effetto rete per business e applicazioni”.
Momento Curiosità: il primo sito internet italiano è quello del Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna, si chiama crs4.it e fu pubblicato nella primavera del 1993. È ancora attualmente online.
Da qualche anno, grazie alla grandissima diffusione dei dispositivi smart in ogni aspetto della nostra vita, si inizia a parlare di web 4.0. Questa nuova frontiera è caratterizzata da un rapporto sempre più simbiotico col web, infatti ci stiamo sempre più spostando verso una interazione totale con i dispositivi collegati in rete e col loro utilizzo. Il mondo sta diventando sempre più smart e a essere interconnesse tra loro non sono solo le persone ma anche i dispositivi tecnologici. Oggi, ad esempio, ci bastano pochi minuti per programmare la nostra casa attraverso una app.
Questa nuova frontiera però comporta la nascita di nuove sfide e a rivalutare l’importanza dei professionisti del web. Infatti la vera sfida è creare dei servizi su diversi canali che siano chiari e semplici per l’utente utilizzatore finale. Tutti noi cerchiamo risposte veloci, chiare e precise nel web. Per ottenere un sistema efficiente il lavoro di programmazione e organizzazione è molto complicato e impegnativo. Oggi le società che lavorano nel web devono essere multitasking, flessibili e preparate alle sfide tecnologiche.
Tutto ciò porterà anche a un nuovo modo di concepire il lavoro e tutti i settori collegati ai servizi. Pensate solo a quando si cerca un parrucchiere su un motore di ricerca: vogliamo avere tutte le informazioni principali, le immagini, le news e possibilmente tutte le possibilità di contatto. Per mettere in rete tutto questo il lavoro “dietro” è intenso e preciso.
Le competenze per lavorare con la rete cambieranno. La sfida è il riuscire ad anticipare i tempi, attuando delle strategie che stiano in equilibrio tra questi due modi di concepire il web. Il fai da te andrà sempre più a scomparire, lasciando spazi a aziende come la nostra, yes-web.it, capaci di svolgere un lavoro professionale e di livello ma che risulti comprensibile sia al cliente evoluto, sia al neofita.
Cambierà il modo di stare sui social. Le nostre informazioni saranno sempre disponibili tra le varie piattaforme e dovremmo prestare sempre più attenzione ai contenuti che pubblichiamo e alla qualità dell’informazione. Più questa sarà seria e coerente più la nostra attività aumenterà la sua web reputation, permettendoci di acquisire un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza.
Scrivici, e studieremo la miglior strategia di web marketing per te e la tua azienda!!